Ma cosa rimane genuino e originale e cosa invece è diventato turistico?
Cinegiornale Obiettivo 80: Tre secoli di presenza francese hanno dato ai villaggi delle Antille l’aspetto di una provincia come potremmo trovarla nei dintorni di Parigi o di Bordeaux. Ma tralasciamo i riferimenti geografici per arrivare a quelli di costume. La vicinanza con le Americhe non trapela se non attraverso la presenza dei soliti turisti: ne piovono a migliaia! In questo posto non si sa più che cosa rimane di originale e cosa è organizzato dalle locali agenzie turistiche. Come a proposito dei balli che un tempo si consideravano perfettamente radicati nell’indole stessa degli isolani e che adesso si avviano a diventare i tradizionali tour de force al ritmo del Calypso. Lo stesso può dirsi a proposito dei combattimenti di galli: un gioco crudele che secondo gli storici di questi guerrieri con cresta sarebbero stati importati dal nord della Francia. Nelle Antille che non posseggono praticamente nessuna industria, l’artigianato occupa un posto preminente e il mercato locale assorbe quasi interamente la produzione di questi ricercatissimi souvenir. Le necessità crescenti della vita moderna e il turismo hanno infatti lentamente sviluppato quei mestieri che possono fornire articoli di esportazione e, a quanto pare, delle bambole e pupazzi sembra che se ne faccia addirittura incetta. I mercati locali sono alimentati dalle coltivazioni più tradizionali, tenendo conto peraltro che patate e frutta costituiscono gli alimenti fondamentali della popolazione isolana. Si rende necessaria la modernizzazione dell’economia rurale per il previsto miglioramento delle condizioni di vita della gente antillana. L’accrescimento rapido della popolazione offre un enorme incentivo per lo sviluppo edilizio. È stata predisposta una politica per il miglioramento delle abitazioni mentre è allo studio un vasto piano per l’adeguamento della rete stradale. In questi paesi fortemente popolati senza ferrovie né vie di navigazione, i trasporti interni si possono svolgere soltanto sulle strade. Poi c’è il mare, la grande ricchezza degli isolani, di questo popolo di pescatori. Questo non è più colore ma sistema di vita, semplice e primitivo come punto di partenza e non come una meta.