Questi uomini come i San Bernardo cercano tra le macerie

Cinegiornale Obiettivo 92: I terremoti di Agadir e dell’Iran e come la catastrofe di Longarone, hanno restituito attualità all’angoscioso problema degli uomini sepolti vivi sotto le macerie destinati a una fine atroce e lenta proprio per l’impossibilità per i soccorritori di individuarli e giungere fino a loro. Queste immagini di morte hanno suggerito la drammaticità di un problema per il quale occorreva cercare una soluzione. Adesso in Francia pare che l’abbiano trovata, allestendo, nel quadro dei servizi della protezione civile, uno speciale reparto di pronto impiego. Sono le squadre che, come a Longarone, hanno già subito un efficace collaudo. Questi uomini muniti di geofoni, stetoscopi e captatori di suoni, decisi e attenti, pazienti e tempestivi, li hanno chiamati i San Bernardo delle rovine. E come i San Bernardo cercano tra le macerie, frugano, ascoltano fin quando non hanno puntato coloro che dovranno soccorrere. È già scattata una battaglia contro il tempo. Combattuta su due fronti: sopra e sotto le macerie, dove altri uomini vivono un’attesa senza speranza spiando ogni rumore, cercando l’eco della vita nel silenzio. Gli uomini della squadra però non hanno bisogno del silenzio, avvertono i richiami dei sepolti vivi con questi apparecchi. Grazie ai loro apparecchi essi possono udirli fino a 10 metri sotto terra. Possono ascoltare anche i lamenti più fievoli come l’affannoso picchiare delle vittime contro le pareti della loro prigione. Con una attenzione spasmodica bisogna ascoltare e sondare ogni metro di terra fin quando il rumore viene avvertito e localizzato, e allora è importante scavare e demolire. Arrivare in fretta prima della morte. La tecnica ha allargato i confini della speranza.

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