CINEGIORNALI
I cinegiornali rappresentano una fonte storica e culturale di notevole importanza. Raccontano infatti, tutti gli avvenimenti che hanno attraversato il paese e sono testimonianza di usi e costumi ormai sorpassati.
Questo fondo storico è composto da una ricca eterogeneità di materiali, non solo per formato d’appartenenza ma anche per condizione del supporto. Molte di questi cinegiornali erano collocati in ambienti dannosi per la loro conservazione, così è stato necessario avviare un lavoro di recupero e di restauro piuttosto complesso e impegnativo. Tali procedure sono state realizzate in collaborazione con Running TV di Padova. Se stai cercando materiali d’archivio storici e d’attualità visita la nostra pagina dedicata a Vendita clip e footage e contattaci.
I cinegiornali in 35mm
I cinegiornali, in formato 35mm, che costituiscono questo fondo archivistico appartenenti prevalentemente alla serie Cinegiornali di Attualità Obiettivo, coprono l’arco temporale che va dall’inizio alla fine degli anni ‘60, con una concentrazione maggiore tra il 1962 e il 1964. I fatti di cronaca e di attualità raccontati all’interno di queste pellicole sono narrazioni brevi, veloci dove il leggero taglio cine-giornalistico rivela sempre l’indispensabile senza annoiare mai lo spettatore.
Tra i fatti storicamente più rilevanti, tra i cinegiornali conservati all’interno dell’archivio della Cineteca, spiccano le immagini del disastro del Vajont, del conflitto in Vietnam, delle manifestazioni operaie e studentesche, della visita del presidente statunitense J.F.Kennedy in Italia, della destituzione di João Goulart in seguito al colpo di stato avvenuto in Brasile nel 1964, l’incoronazione di Papa Paolo VI e molto altro ancora.
Gli anni Sessanta in Italia
Per la storia italiana gli anni ’60 hanno rappresentato un periodo ricco di cambiamenti. Tali cambiamenti arrivarono immediatamente dopo il boom economico e gettarono le basi per il raggiungimento di profonde trasformazioni politiche e sociali. In quegli anni si assistette al primo tentativo concreto di realizzare una fazione solida di centrosinistra in Italia e, sul finire del decennio, presero il sopravvento le contestazioni operaie e studentesche.
Gli anni ’60 furono anni di transizione tra l’immobilismo politico del decennio precedente e l’attivismo estremo, successivamente degenerato in crimine, degli anni di piombo. Furono anni controversi e contraddittori e continuano ad esserlo ancora oggi nel giudizio di vari storici, i quali non sono concordi se ritenere gli anni ’60 come un periodo in cui si consolidò la democrazia grazie all’avvento del PSI nelle compagini governative e alla partecipazione attiva del popolo alla “cosa pubblica”, o se considerare i movimenti di piazza come espressione del fallimento della capacità partitica di rispondere alle esigenze della popolazione.
Questo periodo storico così discusso fu anche motivo di grande emozione e coinvolgimento per chi lo ha vissuto perché sembrava che tutto potesse essere raggiunto anche grazie alle migliori condizioni economiche di cui godeva buona parte della popolazione. Anche in politica molte cose stavano mutando proprio in risposta alle profonde trasformazioni che erano avvenute e che continuavano a smuovere dal profondo la società: una fra tutte il tentativo del più grande partito dell’epoca, la Democrazia Cristiana, di aprire un dialogo, proficuo quasi esclusivamente sul piano teorico e ideale, con il Partito Socialista Italiano e a sviluppare un progetto di centrosinistra riformista nei contenuti.
Gli anni ’60 furono un periodo che favorì il formarsi di una società civile consapevole delle proprie responsabilità e convinta di poter cambiare il mondo. Le manifestazioni studentesche e operaie che caratterizzarono la vita italiana a partire dal 1967 ne furono uno straordinario esempio. Analoghe manifestazioni presero piede anche in altri stati europei e negli Stati Uniti dove una intera generazione protestò contro l’appoggio americano al Vietnam del Sud e contro l’impiego dei soldati americani in quella che era considerata una guerra inutile e lontana.
In quegli stessi anni però, in cui molte cose sembravano essere in procinto di cambiare per sempre, nel profondo si muovevano uomini e organismi con l’intento di fermare le trasformazioni in atto e di porre un freno al dialogo e all’esperimento politico che stava tentando di modificare gli assetti governativi del nostro paese.
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