Sezioni riversamenti e digitalizzazione – Testimonianze e Storia

La fotografia e le pellicole rappresentano la più bella innovazione per la documentazione storica a partire dalla fine dell’Ottocento. Strumenti insostituibili, hanno affrontato la crisi della digitalizzazione, ma adesso è arrivato il momento di collaborare.

Hai un telefono ultimo modello. 512 GB di memoria, perché hai voluto risparmiare un centinaio d’euro. Hai la possibilità di ospitare nella memoria del tuo smartphone ore e ore di video e decine di migliaia di foto. Ma alla fine quando entri nella gallery trovi una quantità improbabile di meme, foto inoltrate da whatsapp, sempre le stesse, foto di gente che non conosci e piatti che non hai mangiato. Davvero mi serviva tutta questa memoria, per questo?

Però, sei un tipo ordinato e dividi tutto in cartelle. Le tue foto sono lì, salve, al sicuro, non rischi di cancellarle in una furia iconoclasta contro il materiale indifferenziato che arriva da whatsapp. Grande! Ma quante di quelle foto hai stampato poi?

Se è vero che la digitalizzazione ha rappresentato un enorme passo in avanti nella storia della Cineteca e della fotografia, è pur vero che manca quella dimensione di concretezza, quasi museale che è caratterizzato dalle fotografie stampate.

Si tratta di una paura legittima, quella di perdere tutto da un momento all’altro. Sebbene esistano i backup e tutta una serie di contromisure a tutela del formato digitale, esiste un rischio concreto che gli esperti talvolta hanno chiamato, con una locuzione forse infelice, ma comunque effiface: olocausto digitale. Sarebbe la perdita di una generazione o più di informazioni (libri, filmati, fotografie) interamente affidati al mondo digitale o peggio al web, che potenzialmente per gli storici di domani potrebbero essere inaccessibili per eventuali problemi tecnologici o catastrofi di sorta.

Cineteca del Veneto e l’importanza del riversamento 

La soluzione non è il ritorno alle pitture rupestri o qualcosa del genere. No. La soluzione, viceversa e paradossalmente, sta proprio nell’affidarsi ad esperti come noi di Cineteca del Veneto, tecnici della qualità e professionisti del dettaglio. In effetti, riversare i nostri ricordi, in qualsiasi formato essi siano, è il modo più sicuro per dargli nuova vita e difenderli dal rischio di andare definitivamente perduti.

Una fotografia o una diapositiva sono un po’ come dei quadri: possono rovinarsi, ma con un po’ di corretta e attenta restaurazione, rimangono vividi e ci raccontano per sempre di un’epoca. Diventa cruciale dunque recuperare il passato, in modo che possa continuare a vivere nel futuro.

Sarà facile? Non per noi comuni mortali. E che dire poi dei filmini, delle pellicole? Del matrimonio di mia nonna che non posso più guardare perché ho buttato via quello strano aggeggio che legge le videocassette VHS?

Bene. Anche le pellicole, le videocassette, le audiocassette rischiano di danneggiarsi e procurarsi un supporto vetusto per poterle riguardare potrebbe non funzionare. Anche in questo caso, affidarsi ai professionisti del riversamento di Cineteca del Veneto, è l’unica cosa sensata e possibile che possiamo fare per salvare la nostra cineteca. Anche le pellicole 8mm? Sì, anche quelle, con delicate tecniche di restauro possono essere riportate alla vita. Lo stesso dicasi per i nastri delle più giovani videocassette.

Il formato digitale rappresenta ancora una sicurezza

A prescindere dai legittimi dubbi sulla “non fisicità” del formato digitale, ad oggi resta uno dei modi migliori per avere un salvagente per i nostri ricordi. Uno dei modi più sicuri per tutelare la storia della nostra famiglia o della nostra vita. Questa regola vale per ogni forma di ricordo che abbiamo, sia esso in formato “cartaceo”, in pellicola o sulla memoria del telefonino. È sempre meglio avere un piano B e una possibilità in più di salvare i nostri ricordi.

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Cineteca del Veneto – Riversamenti e Digitalizzazione